La scienza dei capelli

Questo è un saggio sorprendente. Da un lato perché, da un libro che parla di capelli, ci si aspetterebbe qualche consiglio pratico su come prendersene cura e poco altro; invece qui c’è davvero, nel senso più pieno, la scienza annunciata nel titolo: chimica, fisica, biologia, genetica, medicina… (la Accorsi, divulgatrice scientifica, ha una laurea in Farmacia, ma competenze a tutto tondo). Dall’altro, perché qualunque cosa leggiamo in questo volume ci sorprende, e non potrebbe essere altrimenti: avremmo mai pensato che le conoscenze che oggi applichiamo nel settore dell’hair care derivano dal commercio della lana? O che lo shampoo secco, già usato nel Cinquecento, non rimuove lo sporco ma si limita a opacizzarlo, e l’asciugacapelli non si chiama “phon” ma “fon”? O, ancora, che la schiuma dei cosmetici che preferiamo è frutto di attente considerazioni di marketing?

Elena Accorsi Buttini di comunicazione se ne intende: dopo un master in Scienze e tecnologie cosmetiche all’Università di Siena e uno in Tricologia all’Università di Firenze, oggi si occupa di marketing dei cosmetici, scrive libri e produce podcast e articoli (gratuiti: potete donarle un caffè – anzi un marocchino con gianduia e panna montata – su https://ko-fi.com/elenaaccorsibuttini).

Ma di cosa parla La scienza dei capelli? Più facile dire di che cosa non parli, dato che l’autrice affronta l’argomento capigliatura, è il caso di dire, alla radice, senza trascurarne alcun aspetto e concludendo ogni capitolo con una bibliografia scientifica. E così, apprendiamo che la forma del capello, che determina le chiome lisce oppure ricce, dipende dalle cellule della “papilla dermica”; e che lo shampoo deriva dall’hindi champooi, nome con cui l’indiano Sake Dean Mahomed chiamava i trattamenti ispirati alla sua cultura praticati al bagno pubblico londinese di Portman Square, antesignano delle spa. A proposito di shampoo, il primo prodotto specifico – il Drene di Procter & Gamble – risale al 1930 ed è ancora a forma di panetto di sapone: il syndet, a formula liquida, verrà sviluppato solo in seguito.

Se ci chiediamo, poi, quali ingredienti facciano bene ai nostri capelli e quali siano da evitare, Elena Accorsi ci spiega che il discorso non è semplice: molto dipende dal tipo e dalla quantità delle sostanze, e dall’uso che se ne fa. Sì, anche dall’uso, perché le esperte mani del parrucchiere non possono essere facilmente sostituite, soprattutto se parliamo di tinture. E se proviamo a fare in casa la messa in piega, magari avvalendoci di un fon di ultima generazione? Anche in questo caso, l’autrice si dimostra un’esperta e, nel capitolo sui “ferri del mestiere”, dopo aver analizzato la meccanica del fon e la fisica della piastra, entra in dettaglio sui flussi d’aria degli asciugacapelli grazie a un’intervista a Fred Howe di Dyson.

La cosa più sorprendente del libro, però, sono le sue riflessioni conclusive sulla parità di genere. Se all’autrice è capitato, nella stesura del volume, di citare confidenzialmente per nome le donne intervistate; con nome e cognome, invece, gli uomini (svista subito corretta in fase di editing), è perché la cultura del patriarcato è ancor oggi molto pervasiva. E allora, Elena Accorsi Buttini decide di dialogare, nelle pagine finali, con Giulia Blasi – giornalista e scrittrice autrice, tra l’altro, di Manuale per ragazze rivoluzionarie (Rizzoli, 2018) – sulle implicazioni sociologiche dei cosmetici per capelli, ‘correzioni’ usate per avvicinare le donne a un canone estetico stabilito non da loro, ma dal mondo maschile.

Forse uno dei risultati più inaspettati del libro è proprio questo: anche se non riusciremo a orientarci del tutto tra chetoni, proteine idrolizzate e doppi legami, e continueremo a farci passare la piastra dal parrucchiere pur consapevoli dei danni permanenti che provoca, guarderemo però alla funzione estetica dei cosmetici con occhi nuovi, e magari porteremo con più disinvoltura i nostri capelli bianchi in attesa della tinta, sapendo che, se in un uomo sono semplicemente “brizzolati” e in una donna “in disordine”, la colpa non è nostra per aver tardato dal parrucchiere, ma del patriarcato.

La scienza dei capelli, Elena Accorsi Buttini, Gribaudo, 2021, pp. 168