Sono nati nel 1974 in due ex repubbliche marinare, si sono entrambi laureati in Chimica all’università, amano i gialli, li scrivono e qualche volta lo fanno insieme. Risolto l’enigma? La soluzione è il nome di una coppia di chimici – complici – autori: Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone, sposati realmente nella vita e simbolicamente sulla carta, che hanno dato i natali a questo bel giallo a quattro mani, in cui lei, Samantha, è stata l’ideatrice della trama con i suoi complessi snodi, mentre lui, Marco, l’abile tessitore che ha messo nero su bianco le parole. Ne è venuto fuori Chi si ferma è perduto, un delizioso giallo in cui le battute umoristiche hanno importanza quanto gli indizi, ambientato nel paesino immaginario di Ponte San Giacomo, dove l’attività ricreativa più diffusa, per una casalinga del posto, se si escludono gli incontri tra genitori a scuola o in pizzeria, è passeggiare lungo la strada che costeggia il bosco.
Ed è proprio in un boschetto che Serena Martini, la protagonista del giallo, trova per caso il cadavere di uno sconosciuto. Anzi, no, non proprio di uno sconosciuto: del professor Caroselli, stimato docente di Musica alla scuola media delle suore. Da testimone oculare a persona informata dei fatti il passo è breve, e Serena si ritrova, nonostante un simpatico marito chimico come lei e due figli 10-13enni da accudire, a collaborare con la sovrintendente Corinna Stelea – altezza da cestista e lunghi capelli biondi sulle spalle – perché giustizia sia fatta. Serena, infatti, ha un quid in più, che le permette di scovare tracce risolutive per le indagini. Quale sia sta al lettore scoprirlo, come pure dipanarsi nel ginepraio di indizi che sembrano portare in una direzione, ma sarà poi così?
Questo è un giallo avvincente, ma nello stesso tempo rilassante: al pathos del pericolo si sostituisce, con successo grazie alla maestria del narratore, la consapevolezza che Serena è una di noi, la casalinga (ha smesso di lavorare) di Voghera o meglio di Pisa e dintorni, che, prima ancora di far le nottate aiutando la giustizia, le ha fatte con i “bimbi” (chiamati toscanamente così per tutto il romanzo, benché preadolescenti). E oggi deve districarsi tra i panni dimenticati nell’asciugatrice, i Consigli d’Istituto a scuola e le chiacchiere con le amiche nell’ora mattutina di jogging. C’è feeling, tra Serena e suo marito Virgilio, e il lettore si immagina – a ragione? – che molte gag del volume siano un po’ autobiografiche: in fondo, anche Malvaldi e Bruzzone vivono in un paesino, sono sposati e sono chimici… E pochi laureati in Chimica “di lavoro fanno effettivamente il chimico. Di solito rinsaviscono e si danno ad altro”. Come quei “due tizi che scrivono gialli”. Per fortuna.
Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone, Chi si ferma è perduto, “La memoria”, Sellerio editore, 2022.