Che peccato!

Che peccato!

Il presidente si aggiusta il nodo della cravatta, esce di casa ignorando i messaggi che già arrivano sul cellulare e incomincia la giornata lavorativa nel suo studio, senza degnare di attenzioni tutti coloro che vengono a porgergli richieste. Nulla è importante, ai suoi occhi: la sola persona che conta, nella sua vita, è lui.
Inizia con il racconto dedicato alla superbia Che peccato! Guida insolita ai sette vizi capitali (più uno), il nuovo libro di Daniela Vellani, edito nella collana “Guide insolite”, perché insolito lo è davvero. Partendo dal concetto che nessuno è immune dai vizi, “elementi che fanno parte della nostra esistenza e contribuiscono a renderci quelli che siamo”, l’autrice decide di ‘smascherarli’, e di rappresentarli attraverso sette racconti più uno (l’ultimo è dedicato al narcisismo, visto sotto l’aspetto della vanità), abbinando a ciascun vizio capitale un vento, una poesia, una ricetta di cucina, una composizione musicale della pianista e compositrice Maria Grazia Ritrovato e un consiglio.

È un libro multisensoriale, questo, che fa appello al gusto per solleticarci l’appetito con le fantasiose ricette di Daniela, ma anche all’udito con gli spartiti musicali che intervallano i capitoli – e che peccato!, è il caso di dire, non poter subito mettere i piatti in tavola e ascoltare le melodie. Ma il suono è anche quello del vento, filo conduttore della raccolta di racconti e per Daniela Vellani fonte di ispirazione e metafora della vita. Sembra di sentirlo, mentre leggiamo: il pungente maestrale della superbia, il gelido grecale dell’avarizia, il caldo scirocco della lussuria, l’insidioso libeccio dell’invidia, il godurioso ponente della gola, il violento levante dell’ira, il debole ostro dell’accidia… E la fredda tramontana del narcisismo, che spazza via tutto, lasciandoci soli davanti alla dura realtà. Il vento definisce ambientazioni e stati d’animo: solleva le onde del mare, vortica in immaginari mulinelli, ulula minaccioso attraverso le finestre e quando cala lascia in cielo nubi plumbee come i sentimenti del protagonista.

Ogni personaggio, in Che peccato!, è afflitto gravemente da un vizio, in alcuni casi letale, in altri catartico; come si rivelerà, lo sapremo solo al termine del racconto, spesso grazie a un finale a sorpresa. È un vizio sempre portato all’eccesso, come i peccati di gola del simpaticissimo chef Carlo Ciacco, assonanza con un collega famoso ma presenza assai meno aitante, grazie a un precocissimo “interesse per le godurie del palato” che ha arrotondato le sue forme. Dal suo divertente racconto emerge la ricetta del Pastrocchio per tre: un condimento profumato di ingredienti mediterranei, con un “bombardamento di formaggi dai sapori contrastanti”, in cui immergere i maccheroncini a curniciello fatti a mano. È un’ottima cuoca Daniela Vellani, lo si intuisce dalla passione con cui descrive, con arguzia tutta partenopea, i piatti abbinati ai vizi capitali (“il peccato di gola è quello che più mi caratterizza”, ammette, “insieme a un pizzico di narcisismo”); e la immaginiamo prodursi, un giorno, anche in un originale ricettario.

Dopo ogni racconto, dicevamo, c’è una poesia, un piatto da cucinare e una musica; ma c’è anche un consiglio su come difendersi dai vizi altrui, o convivere il meglio possibile con i propri. E così, al ristorante con l’avaro facciamo finta di aver dimenticato a casa il portafogli e, se incontriamo il lussurioso, invece di tentare di sedurlo con gli Gnocchi di Venere, dopo una doccia fredda concentriamoci sulla visione de La corazzata Potëmkin. C’è ironia e umorismo nel libro di Daniela Vellani, tanto; ma ci sono anche profonde riflessioni, attraverso il manifestarsi dei vizi, sulla vita, e il messaggio sotteso è di viverla pienamente, nella sua perfetta imperfezione, con serenità e generosità.

Che peccato! Guida insolita ai sette vizi capitali (più uno), Daniela Vellani, “Guide insolite”, Homo Scrivens, 2022, pp. 184. Illustrazioni di Roberta Goglia.