Siamo nel 1631 e Galileo Galilei, il più celebre scienziato italiano dell’epoca, sta ultimando l’opera che dovrebbe dare alle stampe di lì a poco: Sul flusso e riflusso delle maree, o meglio, con il titolo che la Chiesa ritiene più accettabile (le maree sarebbero un troppo esplicito riferimento alla controversa teoria copernicana dell’eliocentrismo), Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. La scrittura di Galileo è “piccola e sgorbiosa” e poco si addice alla chiarezza del trattato, motivo per cui il matematico affida periodicamente le sue carte per la bella copia alla figlia Virginia, ora Suor Maria Celeste, che, insieme alla sorella Livia (ormai Suor Arcangela) è stata chiusa da lui, appena 13enne, nel convento delle Clarisse di San Matteo in Arcetri. Per star più vicino alle fanciulle – e anche perché l’affitto si è rivelato un vero affare – Galileo ha traslocato ad Arcetri, a pochi metri dal convento, luogo di religiosa serenità anche se di scarsissime comodità, riparato dalla peste che intanto miete vittime a Firenze. Ma una vittima ci sarà, e non sarà stata la peste a farla. Mentre porta avanti le sue istanze scientifiche con il momentaneo beneplacito di una Chiesa papale che qualche anno dopo lo costringerà ad abiurare, Galileo si trova dunque coinvolto in un caso di omicidio, che sarà ulteriore spunto per dimostrare il suo genio e applicare le teorie matematiche, ad esempio, sulla caduta dei gravi, o sulle oscillazioni del pendolo.
Fine scrittore di gialli sempre velati di sottile ironia (e, con questo libro, anche attentissimo storico), Malvaldi ci porta indietro di alcuni secoli per immergerci totalmente nel 1600, con tutti i suoi mali – l’estrema povertà di alcuni conventi, l’epidemia, l’ignoranza degli studiosi che non si arrendono nemmeno all’evidenza scientifica, l’ingerenza della Chiesa nella cultura al punto da ostacolare il progresso – e, nello stesso tempo, con le sue ricchezze: non tanto quelle di una parte del clero, ma quelle spirituali e degli ingegni, capaci infine di muovere il mondo. Il suo è un Galileo un po’ beone, un po’ padre affettuoso ma padrone (in fondo, ha riconosciuto solo il figlio maschio e delle femmine si è sbarazzato affidandole alle Clarisse), e ovviamente grande e stimato maestro, al centro della vita culturale toscana e italiana dell’epoca. Con l’aiuto del discepolo Niccolò Cini (come quasi tutti gli altri personaggi del libro, realmente esistito), dà il suo contributo per dipanare l’intricata matassa del delitto, e anche di qualche scoperta scientifica.
Alla fine del volume, Malvaldi ci spiega in una nota che “Questo non è un libro di storia”, e tuttavia di fatti storici si parla, sfruttando il vuoto documentale che coincide – benedizione per il romanziere – con gli anni 1631 e 1632 in cui lo scienziato stava per dare alle stampe il suo Dialogo. E rende omaggio, dedicando il personaggio di Suor Agnese ad Agnes Pockels, la donna che in un laboratorio casalingo determinò con precisione la dimensione di una molecola di acido oleico, a tutte le donne che, nonostante le difficoltà materiali, hanno contribuito al progresso della scienza.
Marco Malvaldi, Oscura e celeste, Giunti, 2023.