Cinema e ceci

Cinema e ceci - Sofia Scandurra

Cinema e ceci
Sofia Scandurra
Iacobelli, “Frammenti di memoria”, 2010
Pagg. 288, € 16.50

Se il cinema si ispira alla vita, questa è la storia di una vita ispirata dal cinema; e mai vissuta da semplice spettatrice, ma sempre da protagonista. A raccontarcela è Sofia Scandurra, che il cinema l’ha fatto in prima persona: come (aiuto) regista, sceneggiatrice, documentarista… E poi ha insegnato ad altri a farlo.
Ma se pensate di trovar tracce dettagliate, in questo libro, della sua lunghissima carriera di autrice (non solo cinematografica, ma anche televisiva e teatrale), vi sbagliate: in Cinema e ceci Sofia ‘dimentica’ – molto volutamente – di citare uno per uno i suoi innumerevoli lavori e i suoi tanti successi, per parlarci dei suoi amori. Il marito, le figlie, ma soprattutto il cinema, con i suoi momenti belli e quelli brutti, con la sua allegria e la sua tristezza; insomma, il cinema come la vita vera. E non lo fa, come ci si aspetterebbe da un’autobiografia, in prima persona, ma con lo sguardo distaccato di chi racconta la vita di un’altra, che chiama Michela. Poco importa che la vita di Michela coincida, momento per momento, con quella di Sofia: Michela è personaggio, e Sofia può parlarne senza abbandonare l’innata modestia che la spinge a non mettersi mai in mostra; e lo spettatore-lettore può (far finta di) credere che quello che legge sia in fondo solo fiction, finzione. Ma, recita il sottotitolo, questo è un “romanzo verità sul mondo dello spettacolo”: e i personaggi sono reali. A cominciare dai ‘mostri sacri’ con cui Michela/ Sofia lavora, come preziosa aiuto regista, sin dagli inizi della sua carriera: Luigi Zampa, Nino Manfredi, Mario Camerini, Dario Argento, Adriano Celentano… E poi c’è Lui, che avrà un nome solo alla fine del libro, quando Michela riuscirà ad elaborare ventitré anni di vita vissuta insieme, di profondo amore, di intensa passione, ma anche di differenze (a cominciare dai 24 anni che li separano), tradimenti e soprusi, per rievocare i momenti più intimi e carichi di dolcezza. Con Lui Michela condivide tutto: la casa, le tre figlie, la vita bohémienne, l’amore per un mestiere comune, ma anche la Libera Università del Cinema, fondata insieme a Zavattini e Blasetti perché diventi la fucina di giovani cineasti talentuosi. Obiettivo a cui Michela dedica, dal 1983, gran parte delle sue forze, mettendo la sua casa, i suoi mobili, la sua cucina e il suo cibo a disposizione degli artisti, per aiutarli a emergere attraverso i loro lavori.
Ma non ti va di fare un altro film tutto tuo?, la sollecitano le figlie. Michela/ Sofia esita; l’esperienza di Io sono mia (un film femminista con una troupe al femminile, tratto da Donne in guerra di Dacia Maraini) le è bastata per un po’. Da indispensabile aiuto regista Michela ha imparato a preordinare ogni dettaglio; ma a volte succede l’imprevedibile. Come quando, sulla spiaggia spagnola in cui sta girando il suo film, Maria Schneider irrompe nuda, e armata di coltello, per vendicarsi di Stefania Sandrelli, pagata il doppio di lei. O quando, durante la lavorazione di Yuppi du di Celentano, la pesante macchina da presa affonda la zattera di fortuna su cui poggia, costringendo tutti a un bagno nell’acqua ghiacciata, in cui scompare un compagno. Ed è la stessa Michela a rischiare di non tornare più a casa quando, dal piccolo scoglio su cui è stata traghettata per girare, vede innalzarsi di sera l’alta marea, e all’orizzonte non c’è nessuna barca che la venga a prendere. Ma gli imprevisti possono essere anche comici, come quando il “gigante buono” Carlo Cucchi, dopo una lauta cena sulla terrazza di Michela, non riesce più ad alzarsi dalla poltrona, costringendo la poverina a smontarla fino a tarda notte.
Dalle pagine di Cinema e ceci esce un ritratto del mondo del cinema sincero e appassionato, mai scontato, in cui gli eroi sono dietro la macchina da presa e spesso i deboli sono proprio le star: chi preoccupata della propria virilità, chi troppo attaccata al denaro, chi egoisticamente incapace di amare.
Sofia/ Michela si fa piccola tra i grandi, resta in secondo piano, crede che neanche suo padre possa apprezzarla per il suo lavoro. Ma quando lui scompare trova, in un cassetto segreto, il segno del suo immenso affetto. E qui si ritorna al vero leitmotiv del libro: a fare da sfondo alla vita di Sofia Scandurra è stato sempre, anche quando non si vedeva, l’amore.