Celeste di cognome fa Napoli. E da Napoli, la sua città natale, è partita, venticinquenne, per Trieste: non tanto perché attratta dal rigore asburgico del nordest, quanto perché l’accoglienza e la mollezza della rilassata atmosfera partenopea non fanno più per lei. Così, sostituito senza rimpianti il caffè espresso con il capo in b (il cremoso cappuccino in bicchiere) e il ragù che pippiava per ore con i sardoni alla gastronomia sotto casa, è diventata ormai una perfetta triestina. Finché un giorno, tra un bicchiere di spritz e una bottiglia di Saten, una vincita inaspettata la costringe a fare di nuovo i conti con le sue origini: ha vinto una master class con lo chef stellato Pier Dupont… A Napoli. Proprio nella sua (ex) città, che “non ti sconta niente”, e ha un “prezzo alto da pagare per la sua bellezza”; la città delle minuscole chiese nascoste nei vicoli e delle case del centro storico con i soffitti alti – presso i cui portoni istoriati qualcuno deposita incurante “la munnezza”; la città “bella veramente perché non invecchia mai, perché deve stare al passo. Sempre.”
E anche Celeste, ora, deve stare al passo con gli altri aspiranti cuochi, due donne e un uomo, coinvolti nelle lezioni di cucina che accompagnano il lancio di un nuovo ristorante della catena ‘stellare e stellata’ Seven. Per una che non si allontana facilmente dalla sua confort zone, il peggio che possa capitare non è, come sembrerebbe, eviscerare per la prima volta un pollo. Al di là dei fornelli, ciascun partecipante alla master class serba un segreto, una speranza, un sogno; e Celeste, man mano che attraversa le gioie e i dolori dei suoi compagni di avventura, si trova giocoforza costretta a mettersi in discussione ben più di quel che vorrebbe. Per scoprire che, in fondo, provare nuove “esperienze” non è poi così male.
Con la verve che la contraddistingue nella scrittura e nella vita, Chiara Gily, già autrice di chick lit per Cento Autori con i romanzi Scherzi del destino e Scherzi del cuore, mette in scena con delicatezza e profondità i temi del nostro tempo (la passione per la cucina in primis, ma anche il volontariato, i social…) regalandoci una lettura fresca, allegra e godibile, ricca nel contempo di spunti di riflessione. E di idee per fare del bene al mondo.
Chiara Gily, Napoli Trieste solo andata, “L’Arcobaleno”, Cento Autori, 2020, pp. 208.