La vita opaca - Sara Maggi

La vita opaca

Giulia, da sempre, è convinta che la sua vita sia ‘opaca’. A cominciare da lei, che non è né bella né brutta, ma di sicuro non può attrarre, con quella sua magrezza abbinata a denti storti e orecchie e piedi enormi. Amici pochi, e nemmeno la vita familiare, con la sua forzata anaffettività, le riserva soddisfazioni: “Vivere con mio padre e mia madre, sopportare la vista dei loro corpi aridi e restii agli abbracci, era diventato, negli anni, insopportabile.” Non resta che uscire di casa, dopo il diploma di ragioniera, per lavorare in fabbrica. Qui, finalmente, qualcuno si accorge di lei. Il principe azzurro tanto sognato ha le sembianze poco cavalleresche, ma pur sempre mascoline, di Antonio: “grande e grosso, il cranio ricoperto da un fitto strato di capelli neri, sopracciglia folte e occhi scurissimi”, Antonio è proprio a lei che rivolge lo sguardo, e sembra desiderarla. Giulia, ora, non è più sola. Ma percorrere il cammino in due non significa essere felici.

In questo romanzo breve, che si legge come un memoir, Sara Maggi descrive con estrema franchezza i pensieri di una donna che potrebbe essere ognuna di noi. Giulia è tutte le donne ferite dal non amore, tutte le donne senza autostima, tutte le donne vittime di violenza, anche se nel suo caso ‘solo’ psicologica. Giulia è ognuna di noi quando non è libera di scegliere, ognuna di noi quando deve sopportare, ognuna di noi quando silenziosamente si rassegna, ognuna di noi quando non ha più la forza di reagire o di aiutare. Giulia è la donna del passato che ancora si piega alle richieste, fisiche e morali, del ‘capofamiglia’; ma è anche la donna del presente pieno di opportunità eppure insoddisfacente, di “quelle che fanno fatica a liberarsi del tormento perché senza si sentirebbero vuote”.

Giulia non sa godersi la vita perché non se l’è mai goduta; e la vita, nel suo ventre, sembra non voler proprio attecchire. Eppure, in questo libro, c’è vita, e non è “opaca”: c’è il racconto sincero di fatti inconfessabili, c’è l’emozione, la paura, la rabbia; c’è il desiderio di riscatto e di rinascita. E c’è anche la speranza.

Sara Maggi, La vita opaca, “Narrativa” n. 88, Pentagora, 2012, pp. 184.

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