Aadam Rymättylä, sette figli avuti da tre donne diverse, conduce una morigerata esistenza tra casa e bottega, entrambe in un capannone di produzione e stoccaggio di batterie per veicoli. Unico vizio (quello delle donne, nel corso della vita, se l’è già tolto con soddisfazione) sono i continui esperimenti con cui mette a dura prova la resistenza del fabbricato, e dei vicini. Aadam è infatti alla ricerca della formula perfetta per la migliore batteria del mondo: leggera, ecologica, sostenibile: la soluzione ai problemi energetici e di inquinamento dell’Umanità. E la trova. Peccato che, per ottenerla, distrugga tutto ciò che ha e rischi grosso. Ma dalle ceneri della sua azienda non poteva che nascere la Fenice del successo: e Aadam in breve, con la fedele e alcolizzata avvocatessa Eeva Kontupohja, mette su una società in grado di dare a lui, e al mondo, una vita diversa. Gli interessi in gioco, adesso, sono molto grossi: riuscirà il nostro eroe a uscire indenne da ciò che comporta, in onori e oneri, essere l’inventore del momento?
Con garbo, fantasia e molta ironia, e strappandoci anche qualche risata, Aarto Paasilinna ci trasporta nella sua terra, la Finlandia, che siamo abituati a conoscere come “il Paese più felice del mondo”, quello con uno dei migliori sistemi di istruzione, e che qui sembra quasi descritto dalla regia di Ken Loach. Comunque una terra di opportunità, dove l’homo novus può diventare il nuovo Bill Gates o Elon Musk, anche se gli affari si trattano in un igloo lappone, dopo una passeggiata a dorso di renna. Il finale è a sorpresa (il lettore sa che qualcosa accadrà, ma immagina altro) e la lettura è così piacevole che possiamo anche perdonare all’autore di aver scelto, come “cattivo”, un italiano del Sud. Da oggi, ne siamo irrimediabilmente fan.
Aarto Paasilinan, Aadam ed Eva, “Gli Iperborei” 315, Iperborea, pp. 256