Emma

Emma

Emma Woodhouse è giovane, bella e intelligente; in più è ricca e di buona famiglia e vive in una grande dimora in campagna. E, nell’Inghilterra del 1800 – il romanzo originale di Jane Austen fu pubblicato, anonimo, nel 1815 – è proprio ciò che conta per poter aspirare a un buon matrimonio. Peccato, però, che la 21enne Emma non abbia alcuna intenzione di sposarsi; piuttosto, preferisce combinare (o scombinare) i matrimoni altrui. A cominciare da quello di Harriet, prescelta subito come amica del cuore ma soprattutto come ‘pupilla’ da educare e indirizzare, naturalmente nella direzione da lei voluta. Emma Woodhouse, lo si intende subito, è una manipolatrice, e sa di esserlo; ma ridurre a ciò il suo personaggio sarebbe ingiusto. Emma è una protagonista dalle molte sfaccettature, e alcune di esse la rendono nobile e buona. Impara dai suoi errori (questo è un romanzo di formazione) e, sebbene ci ricada spesso, alla fine è in grado di comprenderli e di farne tesoro. Intorno a lei, e all’ipocondriaco padre Signor Woodhouse, si muovono personaggi maschili e femminili tutti ugualmente presi dalle fatue occupazioni della vita di campagna; ma, tra balli, passeggiate, visite di cortesia e oziose conversazioni, l’attenzione è sempre rivolta alle relazioni. Che a volte sono manifeste, a volte celate; le si auspica e caldeggia, o le si rifiuta; sono il motore delle azioni, il soggetto delle conversazioni, il motivo di gioie o dolori. Comportandosi con a volte colpevole leggerezza, Emma attraversa le 500 pagine del romanzo convinta delle sue buone ragioni, scoprendo tuttavia ogni tanto che le persone non fanno ciò che ci si aspetta da loro. Il lettore comprende ben prima di lei quali saranno i destini dei giovani uomini e delle giovani donne alla ricerca dell’amore; ma non è un problema; perché il godimento del romanzo sta nella sua perfetta ricostruzione di una società ormai scomparsa, ma vivissima ancor oggi nell’immaginario collettivo, attraverso i tanti film dedicati alle opere di Jane Austen, i saggi critici, le innumerevoli edizioni delle sue opere. E, alla fine, vorremmo tutti, almeno per un giorno, essere nel Surrey con Emma: ogni uomo per essere considerato, come dice la Signora Elton, “signore e padrone”; ogni donna per esercitare, di fatto, quel potere solo apparentemente celato dalla sottomissione che rende protagoniste indimenticabili le eroine della Austen.

Jane Austen, Emma, “Universale Economica”, Feltrinelli, pp. 496, 2022.

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