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Recensione
Le 5 ferite e come guarirle: Rifiuto, abbandono, ingiustizia, umiliazione, tradimento
di Lise Bourbeau
Quando iniziate il primo capitolo di questo libro, non richiudetelo subito dopo aver letto che, per vivere un’esperienza con accettazione, alcuni “devono reincarnarsi più volte”. Andate avanti. Lise Bourbeau, in realtà, non vi parlerà (se non molto marginalmente) di reincarnazione, e comunque premette che “non vi è alcuna prova scientifica” di ciò che scrive. Se Le 5 ferite è diventato un bestseller da 250.000+ copie, è perché – in qualche modo che non ci è dato sapere, ma che ha a che fare con il metodo della scuola “Ascolta il tuo corpo” da lei fondata in Canada – Lise Bourbeau conosce il genere umano, e ce lo descrive con precisione.
Leggere questo volume (come spesso accade con saggi e manuali non scientifici) è dunque un atto di fede, ma anche di conoscenza di una prospettiva nuova e interessante, e una sfida a riscontrare in noi stessi, e nelle persone che conosciamo, le tipologie umane descritte dall’autrice. Partiamo con lo scopo dell’opera, che è quello di aiutarci a comprendere che tutti noi abbiamo delle ferite, che spesso si ripetono di generazione in generazione e che da adulti ci costringono a indossare una maschera, ma possiamo guarirle.
Tutti abbiamo sperimentato, almeno una volta nella vita, il rifiuto, l’abbandono, l’umiliazione, il tradimento e l’ingiustizia; ma solo ora scopriamo che corrispondono ad altrettante maschere, o meglio tipi di personalità: il Fuggitivo, il Dipendente, il Masochista, il Controllore, il Rigido. Nei capitoli del libro, Bourbeau ci illustra in dettaglio le caratteristiche somatiche e psicologiche di chi ha subito una ferita interiore. Se, leggendo, penseremo subito a qualcuno che conosciamo (o ci sentiremo coinvolti in prima persona: l’autrice stessa ammette di appartenere alla personalità rigida), troveremo questa lettura molto utile.
Le spiegazioni delle varie tipologie sono corredate da disegni/ descrizioni dei tipi fisici: il Fuggitivo, per Bourbeau, si mantiene magrolino per scomparire; il Dipendente è curvo e ipotonico perché vuol essere sorretto; il Masochista ha un corpo robusto e goffo; il Controllore ha spalle larghe e petto in fuori; il Rigido è ben proporzionato, mantiene la schiena dritta e ha il portamento fiero. Ogni capitolo riepiloga, alla fine, le caratteristiche salienti della ‘maschera’ descritta. Ma come liberarsene?
Nell’ultima parte del libro, l’autrice ci spiega che non si deve cambiare: si deve guarire. Impariamo dunque a riconoscere le ferite (che possono presentarsi anche insieme, con una prevalente) in noi stessi e negli altri; a individuare quelle reali e quelle solo apparenti; a sviluppare consapevolezza; infine, ad accettare noi stessi: solo così potremo smettere di indossare la maschera.
Lise Bourbeau, Le 5 ferite e come guarirle: Rifiuto, abbandono, ingiustizia, umiliazione, tradimento, Amrita Edizioni, 2017, pp. 193.

