Da quando inattesi eventi politici l’hanno destituita dal trono, la famiglia reale britannica vive in condizioni alquanto disagevoli in Hell(ebore) Close, malfamata stradina della Flower Exclusion Zone di Londra, popolata da una colorita e reietta umanità. Sorvegliati a vista da poliziotti senza cuore e monitorati dalle telecamere e dal sistema di sicurezza Vulcan, gli abitanti di Hell Close hanno, come massima libertà, quella di fare la spesa nel più vicino discount, prima di rientrare per il coprifuoco. Tredici anni prima, infatti, l’ascesa al potere di un nuovo partito ha posto infatti fine alla monarchia, che in fretta e furia è stata esiliata tra i paria della società.
Indomiti come sempre, gli ex reali del Regno Unito non si sono tuttavia abbattuti e, dopo aver stipato i tappeti reali nei miseri appartamentini popolari a costo di tagliarli, continuano a prendere il tè nelle porcellane cinesi, anche se devono ormai servirselo da soli (e lavare anche le tazze).
Nel sequel di The Queen and I ritroviamo dunque la regina Elisabetta – ormai ridotta a Mrs. Windsor, per le amiche Liz – alle prese con i problemi di sopravvivenza e di malasanità (il principe Filippo, lui sì arresosi sin da subito all’ingiusto destino, giace trascurato in un ospedale di periferia); mentre Carlo e Camilla, coppia inossidabile nonostante gli insulti dell’età e della cattività, nel loro giardinetto sul retro coltivano ortaggi se non altro a chilometri zero, e i giovani William ed Harry se la spassano con la gioventù locale, di cui hanno assunto lo slang. La vita in Hell Close è sopravvivenza, fatta di solidarietà con l’affettuoso e invadente vicinato di “commoners“ ma anche di escamotage, che non sempre riescono, per comunicare con l’esterno. Finché un giorno una notizia inattesa sembra dover sconvolgere le vite, già sconquassate, degli ex reali britannici. E, nel contempo, Queen Elizabeth medita di rinunciare al suo titolo regale, per passarlo però a chi? Intanto, le future elezioni minacciano di dare un ulteriore scossone all’ordine costituito, sia che vinca il partito già al potere, che fa della lotta ai cani domestici il suo cavallo di battaglia, sia che prendano il sopravvento i Nuovi Conservatori.
Riuscirà la regina Elisabetta a mantenere, se non il trono, il suo aplomb leggendario? Chi sceglieranno Carlo e Camilla tra i loro cani Freddie, Tosca e Leo? Il segreti del passato verranno a galla? Cosa sta succedendo tra William ed Harry e le sorelle Chantelle e Chanel Toby, nipoti di quella che è ormai la miglior amica della loro nonna?
Sue Townsend è come sempre maestra nel tenere vivo l’interesse del lettore, nel coinvolgerlo nelle storie dei suoi personaggi e nel renderli incancellabili dalla nostra memoria, anche quando chiudiamo il libro. Ci mostra un ritratto della monarchia come tutti vorremmo che fosse: priva di arroganza ma comunque solenne, sempre vicina al suo popolo anche quando non ha più sudditi. E affezionata ai cani, che in questo libro sono tanti e straordinariamente protagonisti: veri personaggi con una propria voce e una movimentata vita di branco, con sentimenti quasi umani, con una saggezza ancor maggiore dei padroni.
La saga dei Windsor con questo volume si chiude, lasciandoci ancora un po’ di voglia; non resta allora che farsi aprire le porte di Downing Street, con Number 10.
Sue Townsend, Queen Camilla, Penguin Books, 2012 (ed. orig. 2006), pp. 448.