La vacanza - Dacia Maraini

La vacanza

Immaginate un’estate tutta per voi, piccola pausa di indipendenza e divertimento tra la fine della scuola e il suo nuovo inizio. Un’estate in cui in città cadono le bombe di un conflitto mondiale ancora in corso, ma sul mare persino la guerra concede una tregua e si può nuotare e prendere un gelato come se non ci fosse un domani, salvo ricordarsi della gravità del momento quando a tavola la carne compare solo due volte al mese e il caffè si fa con l’“erba”, la cicoria. C’è da viversela tutta; ed è ciò che cercano di fare l’adolescente Anna e il fratellino Giovanni, sottratti alla rigida disciplina del collegio di suore dove trascorrono tutto l’anno per essere condotti “in vacanza”, nella casa di Mumuri e Nina: il papà e la sua compagna. Non che sia un gran divertimento nemmeno lì, tra monotone serate di giochi di carte con la famiglia dei Pompei e punizioni corporali di gruppo (oggi si griderebbe al bullismo) nei confronti degli amici più piccoli, per motivi assai futili.

Ma il corpo è anche attrattiva, e quello fresco di Anna, adolescente appena sbocciata, attira. Lo vorrebbero tutti, quel corpo in vacanza: il maturo Scanno, disposto a offrirle sicurezza e regali, i coetanei Armando e Pica, per le loro prime esperienze, l’omosessuale Gigio, perché è liscio e bianco come quello dei ragazzini che gli piacciono tanto. Anna parla a monosillabi un po’ con tutti, dai familiari agli estranei, come a non voler rivelare mai quel che le si agita dentro, a tener ben chiusi i segreti della sua mente; e riserva quegli stessi monosillabi ai suoi corteggiatori, ai quali un “no” non fa né caldo né freddo, perché lo trasformano spesso in un sì. Avrebbe le idee chiare, in fondo, ma si lascia vivere; si lascia toccare, baciare, accudire, riportare come un pacco all’odiato collegio. A differenza di Giovanni, non cerca di piacere agli altri; eppure piace. Non cerca di essere simpatica, di farsi bella, di conquistare, eppure in molti la desiderano. Anna brucia forse la sua adolescenza, mentre intorno il mondo brucia per la guerra.

In questa sua opera prima, scritta a soli 17 anni e pubblicata per la prima volta nel 1962, Dacia Maraini si rivela subito la grande scrittrice che poi conosceremo, tratteggiando in maniera magistrale il ritratto di un’adolescenza inquieta e difficile come la realtà storica che le sta intorno, e ambienti in cui le figure si muovono quasi come burattini senza fili, spinte dal dovere, dalla necessità, dalla Patria, dal dover incarnare un ruolo, dal senso di colpa. Non c’è piacere, se non nel mangiare un gelato al cioccolato fino a farselo colare ovunque; non c’è ribellione, se non nel far aprire casualmente una vestaglia a mostrare una generosa scollatura. Non c’è amore, nei corpi che si incontrano tra sottomissione e squallore; non c’è protezione, sotto l’ala grigia delle suore a cui nulla importa realmente, se non l’apparenza. La vacanza, come tutte le cose, finisce. Ma i suoi segni profondi forse in Anna resteranno per sempre.

Dacia Maraini, La vacanza, Einaudi, 1998 (ed. orig. 1962).