Betta è bella, brava e giovane, e si toglie la vita. Perché? E che fine hanno fatto le sue inseparabili Nike bianche, che non sono state trovate sul corpo? Adriano, il fratello minore di Betta, è sempre stato molto legato a lei, e ora che un treno l’ha portata via non riesce a rassegnarsi. Chi era davvero Betta, quali segreti nascondeva, o meglio non gli aveva ancora raccontato; chi o che cosa era la vera causa del suo malessere esistenziale, che l’aveva portata a una grave dipendenza? Adriano ha vissuto in simbiosi con la sorella, ma, alla sua scomparsa, si rende conto che di lei c’è ancora molto da sapere. Potrà forse aiutarlo “Aisha”, la donna misteriosa il cui nome Betta gli ha sussurrato mentre dormiva, forse in sogno. Ma chi è Aisha e, soprattutto, dove si trova?
Animato dall’amore che ancora prova per la sorella, e dalla rabbia per la sua scomparsa – che continua a sublimare in rapporti fugaci e sfuggenti con le compagne di classe – Adriano si trasforma in detective e inizia ad attraversare la sua giovane vita finalmente da solo, senza la mano di Betta a sostenerlo, diventando, pagina dopo pagina, sempre più solido e indipendente. Così come, molti anni prima, non si era rassegnato a un’altra scomparsa volontaria (ma non irreparabile): quella di suo padre, Adriano lotta per la verità, per la giustizia, per se stesso e per le persone che ama. Affronta la vita un po’ di petto e un po’ con furbizia, sfida la legge, raggiunge i suoi obiettivi, impara a dare affetto e a riceverne. Alla fine del percorso, sarà l’uomo che forse suo padre non è stato mai.
Il secondo, atteso, romanzo di Giulia Baldelli non fa rimpiangere L’estate che resta. Apparentemente diverso – in realtà in continuità con i temi e gli ambienti cari alla scrittrice – affronta con levità, senza mai cadere nella retorica, temi impegnativi come il suicidio, le dipendenze, il dominio maschile sulla donna. E lo fa con parole intense che tengono sempre avvinto il lettore alle pagine, fino al finale, aperto come quello del precedente romanzo, ma concluso nell’offrirci un protagonista che riesce, attraverso un cammino non facile, a giungere per aspera ad astra.
Giulia Baldelli, Le parole che mi hai lasciato, Guanda, 2024.