Viola nella Rete
Elisabetta Belotti
“Einaudi Ragazzi di oggi” n° 13
Edizioni EL, 2020, pp. 128, € 10.
Viola ha gli occhi verdi e le punte dei capelli colorate. Veste solo di nero, nell’intervallo legge libri e trova che la scuola sia il posto migliore per studiare, più che per divertirsi come fanno gli altri. Leo, ad esempio: ciuffo scomposto e atteggiamento sbarazzino, è la disperazione delle prof, ma riesce sempre a cavarsela. E poi, Chiara, l’ape regina: una sorta di Ferragni baby in cerca di follower digitali, come se non bastassero le due ‘ancelle’ Arianna e Mya. In mezzo ai nuovi compagni di seconda media, Viola si sente a disagio: non tanto perché la sua mamma è volata in Cielo prima del tempo costringendola a crescere troppo in fretta, ma perché lei, nella vita, vuole essere più che apparire. Quando si cerca la verità nelle cose, a volte si è guardati con sospetto dagli altri: proprio come le streghe, troppo spesso messe al rogo senza ragione, la ‘diversa’ Viola viene trattata con diffidenza dalle ragazze e cerca di risultare sgradita ai professori pur di essere rispedita nella vecchia scuola. L’alone di mistero che circonda Viola, però, suscita un certo interesse almeno nei compagni maschi, come Federico lo Strafico, il bel dodicenne oggetto delle mire di Chiara.
Come cavarsela tra interrogazioni a sorpresa e concorsi scolastici; professoresse “cani da pastore” accudenti e “imperatrici” dominanti? Come sopravvivere alle gite al museo sull’orlo di una crisi di nervi (dell’autista); alle feste di Halloween in cui, sotto la maschera, emergono i lati peggiori; soprattutto, come difendersi dalle insidie e dalle invidie della Rete, che minacciano privacy e libertà di chi viene preso di mira dai cyberbulli?
Viola nella Rete, il nuovo libro di Elisabetta Belotti, parla ai giovani – e agli adulti – con un linguaggio fresco e moderno, condito dell’ironia al quale l’Autrice ci ha abituato (con Il manuale del Perfetto Marito, Mi vuoi sposare, Amore, tacchi e croccantini); affronta temi attuali in una scuola che non è ancora quella della DAD, in cui il virtuale è solo un complemento del reale e le relazioni sono al centro. Con l’occhio attento dell’insegnante (il suo lavoro) rappresenta un mondo giovanile sospeso tra desideri di indipendenza, di primi amori, di successi adolescenziali e incapacità di dimostrare, davvero, la maturità sognata. Bella l’idea di scrivere da tre punti di vista diversi, dando voce a Leo, Chiara, Viola nei diversi capitoli del libro: scopriamo così che la stessa gita che, per Chiara, è andata bene (e perché mai “quel dramma e portarci a casa prima, minacciando riunioni straordinarie con i nostri genitori”?), per Viola è stata la “gita peggiore della classe peggiore della scuola peggiore del mondo!” E qui, ancora, la riflessione per il lettore è sulla diversità: valore-disvalore a seconda dei punti di vista, diversi a loro volta, sempre punto di partenza per il confronto. Il sorriso che Elisabetta ci strappa in più d’una pagina ha un sottofondo serio: i “ragazzi di oggi” (non a caso, il titolo della collana Einaudi) gridano al mondo, in molti modi, il loro bisogno di essere ascoltati, e amati.