Come piante tra i sassi
Mariolina Venezia
Einaudi, “I coralli”, 2009
Pagg. 260, € 17,50
Il sostituto procuratore Immacolata Tataranni nel mondo della lotta al crimine potrebbe apparire come un pesce fuor d’acqua: alta neanche un metro e mezzo (il che la costringe a portare tacchi vertiginosi anche sui più impervi luoghi del delitto), continuamente presa dai problemi familiari – una madre anziana un po’ svanita, una figlia in piena crisi adolescenziale, un marito da accudire – e soprattutto donna in un mondo di uomini, laddove la femminilità può essere solo un motivo di debolezza. Eppure, quando passa Imma Tataranni, alla Procura della Repubblica di Matera sono in molti a tremare. Prima fra tutti l’archivista assenteista Maria Moliterni, che per Imma è un punto d’onore incastrare. Ma, prima o poi, anche i malviventi, perché è certo che lei li scoverà. Accanita nella ricerca di indizi, con la testardaggine che solo le sue umili origini e la sua voglia di farcela in un mondo più grande di lei possono spiegare; accompagnata dal fido (e figo) attendente Calogiuri, che la segue e la protegge come un figlio, pur scatenando in lei ben altri turbamenti, Imma conduce le indagini senza mai arrendersi di fronte agli ostacoli. Un ragazzo è stato ucciso, e lei vuole, deve, scoprire chi è stato. Anche quando, dopo ricerche, interrogatori, sospetti e fermi, il caso le viene tolto a un passo dalla verità. Ma Imma, da brava donna meridionale che nella vita dovuto sempre faticare, considera questo solo un dettaglio, e alla fine riuscirà a scoprire il colpevole. Sullo sfondo di una Basilicata campestre e fascinosa, tormentata dal problema dei rifiuti radioattivi (sulla statale 106 scorre la protesta contro lo smaltimento delle scorie nucleari a Scanzano Jonico, facendoci rivivere gli eventi accaduti nel 2003), Mariolina Venezia tratteggia con abilità e originalità un ritratto di donna dei nostri giorni: imperfetta, assillata dai problemi quotidiani (“il maxiprocesso, il cambio di guardaroba…”), circondata da una realtà difficile, che però ha imparato ad affrontare. Il linguaggio e l’ambientazione meridionale potrebbero far pensare a un Montalbano in gonnella; con la differenza che, per una detective donna, ogni conquista costa molto di più.