Britt-Marie è stata qui

Britt-Marie è stata quiBritt-Marie è stata qui
Fredrik Backman,
“Scrittori italiani e stranieri”, Mondadori, 2017
Pagg. 330, € 19

Fino all’età di 63 anni, Britt-Marie ha vissuto nel suo piccolo mondo fatto di certezze: che i vetri di casa, piova o nevichi, vanno puliti ogni giorno, e non con un detergente qualsiasi; che il bicarbonato è la migliore panacea contro qualsiasi tipo di sporco, in particolare quello dei materassi; che il matrimonio è un pacifico sodalizio in cui, più che diritti, ogni moglie ha dei ben precisi doveri, come lavare ogni sera la camicia del proprio marito, soprattutto quando ritorna a casa ‘contaminata’ da rossetto e profumo – altrui. Le certezze di Britt-Marie vacillano, però, il giorno in cui Kent la lascia nel più classico e umiliante dei modi: per una donna più giovane. Da un momento all’altro, Britt-Marie (non provate a chiamarla Britt: vi ricorderà che solo sua sorella poteva farlo) si ritrova così con un’altra, incrollabile, certezza: lei ha bisogno di un lavoro. Subito. E, con la ferrea logica che governa tutte le sue azioni, non abbandona il centro per l’impiego della sua città finché non le viene assegnato. Pazienza che si tratti di un lavoro di sole tre settimane, dalle incerte mansioni e scarsamente pagato, nel luogo più desolato che ci sia: il paesino di Borg, dove tutte le attività hanno già chiuso, tranne quelle che stanno per chiudere, e dove gli unici abitanti rimasti sono bambini dai jeans strappati, Qualcuno (verrà chiamata così per tutto il romanzo) in sedia a rotelle e qualche uomo poco affidabile. E, per giunta, non pare esserci il Faxin, il detergente per i vetri essenziale per il benessere di Britt-Marie almeno quanto il bicarbonato! I presupposti perché la nostra protagonista ritorni sui suoi passi ci sono tutti… Eppure, proprio ora che il gioco si fa duro, sottraendole la sua zona di confort domestica, igienica, familiare, Britt-Marie decide di “cominciare a ballare”. In fondo, non lo ha mai fatto in vita sua.
Mostrando uno spirito di adattamento insospettabile, Britt-Marie si inserisce nella nuova realtà di provincia, affronta/ si confronta con gli abitanti di Borg (la multitasking Qualcuno, che si è adattata a fare da barista, da tabaccaia, da meccanico; l’ipovedente e scontrosa Bank; i bambini Vega, Omar, Pirata, Rospo), e pur senza rinunciare alle sue pulizie compulsive, fa del brusco cambiamento di vita, di abitudini, di comodità e di frequentazioni sociali l’occasione per rivedere le sue priorità e sperimentare, non senza difficoltà, emozioni nuove. Come quelle che offre il calcio, unico divertimento, pur in mancanza di un campo, per i ragazzini di Borg; o i sentimenti che sbocciano, come i tulipani che le offre, per il poliziotto Sven. L’affetto per i nuovi amici prevarrà sul senso del dovere verso il suo Kent? La vita a Borg potrà rinascere, e Britt-Marie ne farà parte? Fredrik Backman (scrittore svedese tradotto, meritatamente, in 32 Paesi) ci lascia in sospeso fino alla fine di questo romanzo sorprendente, che il lettore attraversa prima con divertimento, poi con emozione, infine con commozione, e ci offre un ritratto indimenticabile di un personaggio ‘diverso’ e di una diversità ‘normale’, per trasmetterci un messaggio: al di là della particolarità di ciascuno, ciò che conta è la capacità di comprendere, di tollerare, di amare.