Le ali di Eli
Clara Fiorillo
Giannini Editore, 2017
pp. 118, € 10
Nella perfezione della sua ordinata cameretta, la piccola Eli si interessa al soffitto. La realtà, pensa, non può essere fatta soltanto di “libri e quaderni ben allineati sul tavolino per studiare; giocattoli ordinatamente raccolti nel grande cesto di vimini”, né può limitarsi al suo “lettuccio con le lenzuola sempre rimboccate e il cuscino sprimacciato a dovere”, o ai “quadretti tutti uguali” con “graziose tavole di botanica, perfettamente messi in fila sulla parete”. Al di là delle mura domestiche, ne è convinta, dev’esserci un mondo fantastico da scoprire, e per farlo bisognerà iniziare a guardare in alto, rivolgendo lo sguardo prima al soffitto di casa, poi alla chioma spettinata degli alberi in giardino, poi ancora più su verso le nuvole sfilacciate… Aprendosi con stupore a sempre nuove prospettive, la piccola Eli osserva il dondolio dell’altalena, la capacità di librarsi in aria di uccellini, farfalle e insetti, le potenzialità di un salto con la corda, l’istinto dei rami degli alberi di tendere verso il cielo. A furia di studiare la natura e di giocare, invece che con marionette e cavallucci a dondolo, con aeroplanini, aquiloni, palloncini gonfiati e palle da giocoliere, Eli riesce a sfidare la forza di gravità e a volteggiare, di nascosto dagli adulti, a mezzo metro da terra. Il più è fatto, ed è la dimostrazione che, come le hanno insegnato, tutto si può fare. Ora non resta che raggiungere le stelle, tentando con una scala a pioli. Perché, se il mezzo non è del tutto adatto, a furia di credere nei propri sogni succederà qualcosa che permetterà di realizzarli.
In questo piccolo libro, illustrato con i suoi bei disegni (33, proposti nel corso della storia in bianco e nero e infine abbinati, a colori, ai brani a cui si riferiscono), Clara Fiorillo – docente universitaria di Scenografia e Architettura degli interni, autrice di numerosissimi saggi, giornalista, autrice RAI e artista – usa la formula del racconto fantastico per farci riflettere, in “milleottocentocinquanta parole”, su come, se crediamo in noi stessi, sia possibile realizzare qualsiasi sogno; e sulla nostra capacità di librarci, metaforicamente, sempre più in alto. I mezzi, infatti, li abbiamo. La piccola Eli caparbiamente si cimenta in ogni genere di tentativo di volo, ma soprattutto osserva e impara: e scoprirà alla fine che, per volare, alla fantasia deve abbinare l’unico mezzo per elevarsi davvero: lo studio.