Vedi Napoli e poi niente

Vedi Napoli e poi niente

Vedi Napoli e poi niente
Corrado Castiglione
“Pesci rossi”, GoWare, 2014

Da ragazzo sognava di fare l’archeologo, ma, complice un’allergia alla polvere, è diventato un giornalista. Corrado Castiglione, cronista politico per “Il Mattino”, con cui collabora da quasi un trentennio, sul ‘suo’ quotidiano ha imparato a leggere da bambino e oggi scrive articoli sulla sua città. Una città bellissima e insieme difficile, sia da vivere che da raccontare. Ma Castiglione riesce benissimo, in queste dieci storie di Vedi Napoli e poi niente, a far conoscere, ed amare, la sua Partenope. Che, nella sua narrazione, non è mai cliché fatto di luoghi comuni, ma luogo non comune dove sconfessare tutti i cliché. A cominciare dall’ipotetico tour che l’autore – con il pretesto di aiutare José, un collega uruguaiano in cerca di notizie per un reportage – propone al lettore, e che non passa per Castel dell’Ovo o per la fenestella di Marechiaro, ma comincia dall’Albergo dei Poveri fresco di ritinteggiatura “(sebbene all’interno e sui tetti ci sia un intero villaggio)” e si dirige verso la Sanità, non per visitare il cimitero delle Fontanelle ma per conoscere la leggendaria storia dell’inventore dei maccheroni. E, a San Gregorio Armeno, si farà tappa per ammirare le statuine del presepe, ma anche per ascoltare la storia di Renato, il ragazzo autistico che sognava i Re Magi. E della sua mamma Evelina che ha imparato a sognare con lui. Ai Quartieri Spagnoli, cercheremo invano la trattoria di Maria, che mentre serviva vivande affittava il suo corpo per far nascere i bambini di chi non poteva averne; e, poco distante, nella sede del Comune a Palazzo San Giacomo sarà meglio non entrare: c’è un’indagine in corso e il vicequestore Di Branco è impegnato nell’arduo compito di scoprire chi ha ucciso il Sindaco (ogni riferimento è puramente casuale!). Se poi – ipotesi non troppo remota – ci troveremo sotto la pioggia, imbottigliati nel traffico dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, può darsi che la mente vaghi a ricordare il leggendario Cola Pesce e ci faccia deviare verso Posillipo, per andare a cercarlo tra le onde. Un itinerario che tocchi i luoghi di ‘culto’ di Napoli non può non far tappa allo Stadio San Paolo, dove l’autore porta suo figlio, spinto dalla passione calcistica ma ugualmente da quella per il Caffè Borghetti, mitico per i tifosi quasi quanto Maradona. A Coroglio, alle pendici del mostro in disarmo Italsider che domina ancora l’enorme spazio che potrebbe essere, in un futuro felice e per questo utopistico, un’oasi dedicata alla natura o alla cultura, la narrazione si fa documentario: riemerge il Castiglione giornalista, che dà voce all’incertezza e alla rassegnazione degli abitanti. L’itinerario si conclude a Positano, non per ammirare i panorami della perla della Costiera Amalfitana, ma per osservare la curiosa scena che si svolge al cimitero Li Parlati, dove il dialogo unilaterale davanti alla tomba del defunto si trasforma in un match tra due opposte passioni tennistiche, simbolo di due vite diverse destinate però a riunirsi.
Allora, “vedi Napoli e poi…”? No, non “niente”, come titola l’e-book. Forse “tutto”, ma un tutto così ineffabile che ci voleva proprio la penna (digitale) di un giornalista napoletano per poterlo raccontare.