Momenti di insopprimibile fastidio
Federica Bernardo
Feltrinelli, 2014
Pagg. 108, € 9,50
“Sono felice, indiscutibilmente. Ho una vita sentimentale, lavorativa e familiare soddisfacente; ho avuto un’infanzia serena e un’adolescenza orrenda nel mio bagaglio di ricordi (quindi, ho anche un bagaglio di ricordi)…”
Comincia così, con garbo e autoironia, il primo libro di Federica Bernardo, classe 1985, una passione per l’enogastronomia (è food blogger su La gustoteca) ed una, altrettanto forte, per la letteratura.
Insegnante di Italiano alle superiori (in calce ai temi, gli alunni le scrivono “Prof TVB”), nel suo libro Federica cita con disinvoltura Shakespeare e Omero, Jane Austin e Machiavelli, la tragedia greca e i romanzi russi. Ma non fraintendete: è solo per ricordare a noi lettori che non dobbiamo prendere troppo sul serio nemmeno i capisaldi della letteratura. E allora, “che fastidio…” se qualcuno scrive Machiavelli con due C, se ci ingarbugliamo tra nomi e soprannomi dei personaggi di Tolstoj e se ci areniamo a immaginare una nuova versione di Romeo e Giulietta a lieto fine.
Momenti di insopprimibile fastidio è, appunto, una raccolta di tutte le situazioni, quotidiane o improbabili, che ci provocano un sottile senso di turbamento, ci rendono più complicata ? ma anche più interessante ? la vita e ci fanno dire sospirando: “E se…?”
Ecco al volante il temporeggiatore, quello che tiene in caldo il parcheggio d’oro che stiamo aspettando e si decide a liberarlo solo dopo che abbiamo percorso una decina di giri dell’isolato ? per cederlo però a un altro. O ancora la fila interminabile alla posta, in banca o al Carrefour, quando non c’è un bagno nei paraggi; o le indicazioni stradali che ti assistono fino al bivio, per poi sparire improvvisamente. E che dire della carta argentata della Nutella, quando cede all’improvviso e il dito ci sprofonda dentro (per Federica, però, non è un problema!), o dei tappi anti-bimbo che sono ostili solo agli adulti; e che delusione, poi, quando la prima Fruit Joy del pacchetto è sempre verde!
Con uno stile ironico e brioso, Federica Bernardo ci fa riflettere sulla realtà che ci circonda, alla quale ci dobbiamo adattare, anche quando proprio non vorremmo. Ma con un pizzico di resistenza: nel nostro vocabolario, accettiamo happy hour e briefing, ma lasciamo fuori feedback… E, quando ci illustrano gli sbocchi occupazionali dei corsi di laurea umanistici, iniziamo a farci venire qualche dubbio.
Tra le righe di questo che l’autrice stessa definisce un divertissement letterario, anche qualche accenno a temi seri: la violenza sulle donne (“Tu ami una bestia e non è poi così romantico”), la disoccupazione giovanile (“Rispondi a un annuncio sul web in cui si cercano candidati per un posto da ‘responsabile web marketing’. Al colloquio, un soggetto losco ti propone di vendere lenzuola damascate porta a porta”), il razzismo (il T9 leghista che riconosce subito la parola Padania, il ‘complimento’ “non sembri proprio di Napoli”), la politica, (“la Destra e la Sinistra […] Che fastidio il cane che si morde la coda. E, soprattutto, l’Italia governata da cani”).
In mezzo al mare di incertezze, e ai fastidi, del mondo contemporaneo, una sola cosa è sicura: in questo libro ciascuno potrà ritrovare un pezzetto della sua vita quotidiana, e affrontarla con un sorriso.