Seduta accanto alla finestra a cogliere il calore dei raggi del sole e il verde della natura, mentre all’aperto si svolgeva magari una partita di tennis tra dame in lungo e gentiluomini in tenuta sportiva, Virginia Woolf – allora solo Stephen, nubile gentildonna nella dimora paterna – sollevava per un po’ gli occhi dal libro che teneva tra le mani, per poi tornare a immergersi nella lettura. Non smetteva mai di leggere, Virginia; e, nella casa dov’era nata, a sua disposizione aveva un’intera grande biblioteca, i cui libri carezzava lievemente sul dorso nella penombra, in attesa di sceglierli per il piacere delle sue letture. Ma Virginia Woolf non era solo un’appassionata lettrice, e l’eccellente autrice di romanzi che conosciamo; era anche una fervida compositrice di lettere, di poesie e, soprattutto, di recensioni librarie.
“Virginia Woolf è stata la più grande critica letteraria del Novecento“, scrive Franco Venturi nell’introduzione a questo splendido volumetto edito da La vita felice, che raccoglie quattro scritti poco noti della Woolf, con il testo a fronte (e una traduzione italiana che non ha nulla da invidiare alla bellezza dell’originale, aggiunge anzi qualcosa). E allora bisognerebbe partire dalla fine del libro, dal breve saggio Reviewing, per capire chi è il critico letterario (colui che “si occupava del passato e dei principi”) e chi il recensore (chi “valutava i libri nuovi a mano a mano che uscivano dalla tipografia”; e per comprendere quanto alla Woolf stesse a cuore l’attività dell’esprimersi sugli amati libri, al punto da non sopportare che il compito di recensirli si fosse ridotto, già alla sua epoca, a una pratica sostanzialmente inutile sia per l’autore che per l’editore che per il lettore, tanto da poter essere sostituita con il rapido “sistema Timbro e Spremitura”.
È proprio Reviewing il saggio più importante del libro, e quello chiave per capire gli altri: Reading, Modern Letters e All about Books. I quali, ciascuno a suo modo – ma sempre nell’inconfondibile stile letterario di Virginia Woolf – rappresentano la passione della scrittrice per le letture, per le lettere e poi ancora per lettere e letture, nel breve A proposito di libri in cui l’autrice, rispondendo a un ignoto interlocutore che le chiede una “lunghissima lettera, che parli tutta di libri”, commenta le novità pubblicate al suo tempo.
È franca nei suoi giudizi, Virginia Woolf; non cela mai il suo pensiero sugli argomenti che espone, ma lo esprime senza paura, così come un buon recensore o critico, in fondo, dovrebbe fare. Osserva al microscopio la società contemporanea e la descrive in maniera disincantata, analizza l’evoluzione del mondo editoriale, delle abitudini di scrittura, dei tempi; racconta episodi avventurosi, probabilmente frutto delle sue letture, come se fossero stati realmente vissuti. Intreccia, insomma, realtà e fantasia, stile letterario e verve giornalistica, il punto di vista da lettrice con quello da scrittrice, per lasciarci dei testi su cui, per il critico (non per il recensore), ci sarebbe tanto da dire. Bellissima la veste editoriale, semplice ma ineccepibile, anche nell’abbinare con una quasi perfetta coincidenza il testo in lingua originale con quello tradotto; e interessanti le note biografiche, tra cui quella finale, scritta nel 1939 dal marito scrittore ed editore Leonard Woolf.
Virginia Woolf (a cura di Franco Venturi) Leggere, scrivere, recensire, “Il piacere di leggere”, La vita felice, 2015, pp. 179.