La fata supina
Daniela Fusco
La bottega delle parole, 2016
Pagg. 128, € 8
A 38 anni, Gabriella si ritrova giocoforza single: ha infatti scoperto che la sua storia d’amore, che credeva essere “un villino unifamiliare”, si è trasformata, a sua insaputa, “in un condominio di quattro appartamenti, con quattro coinquiline inconsapevoli di abitare nello stesso palazzo”. E così, non resta che cambiare casa, non solo abbandonando il sovraffollato ‘stabile’ del fedifrago Luca, ma trasferendosi addirittura in un’altra città: Roma. Sì, perché qui Gabriella può contare sull’appoggio incondizionato dell’affettuosa zia Maria, napoletana come lei ma trasferitasi nell’urbe negli anni ‘50, che gira in Cinquecento rosa shocking e indossa abiti da pin-up; e, naturalmente, su quello del suo ruspante compagno, romano de Roma che più non si può: Ivo, detto er mutanda. Arrivata nella capitale, Gabriella viene dunque sistemata nell’appartamento, vuoto, del figlio di Ivo, il mitico Terenzio, con annessa Smart rosso fuoco, cerchi in lega, marmittone modificato, interni argento. Giusto il tempo di ambientarsi, di conoscere un paio di inquietanti vicini di casa, ed ecco che la tranquilla periferia romana, zona Eur, si trasforma nel set di un telefilm poliziesco, con tanto di cadavere e commissario dall’accento meridionale. Ma Gabriella è a Roma per rifarsi una vita e non può perdere tempo con i delitti: ottenuto un lavoro dalla “copia spiccicata di Enzo Miccio” in cravatta di Marinella, si divide tra il nuovo impiego, i pranzetti di zia Maria (“sartù di riso, parmigiana di melanzane, zucchine alla scapece, casatiello come antipasto”) e i casuali incontri con un simpatico giovanotto, portiere nei pressi del suo ufficio: Matteo. Ma il misterioso serial killer continua a colpire, e, guarda caso, proprio giovani donne come lei…
Con una prosa vivace e ricca di ‘colore’ locale (divertentissime le descrizioni dei personaggi e i dialoghi in dialetto napoletano o in romanesco), Daniela Fusco – vincitrice, con questo romanzo, del Premio Letterario Idea Bellezza “Tacco Matto” e già autrice di I miei primi… 30. Irriverente manuale sul maschio moderno – ci offre un esempio di chick lit intelligente, priva degli stereotipi del genere, ma in grado di scherzare su quelli nazionali. E di coinvolgere il lettore fino alla conclusione del plot giallo, forse non troppo difficile da intuire, ma comunque in grado di riportare le cose all’ordine precostituito. Nel quale, naturalmente, Gabriella troverà l’amore…