La tristezza ha il sonno leggero

La tristezza ha il sonno leggero

Erri Gargiulo, a 40 anni passati, nella vita ha già ottenuto tutto quel che uno spirito tranquillo come lui possa desiderare: una casa in un quartiere borghese, un lavoro nell’azienda del suocero e soprattutto una moglie, più bella di lui, che desidera un figlio a tutti i costi (e si impegna con passione per portare a termine l’obiettivo). Finché, un giorno, l’inaspettata confessione di Matilde, che senza mezzi termini rivela la relazione con uno scialbo collega, cambia l’esistenza di Erri… Alt! Ma siamo proprio sicuri che la cambi?

Incapace da sempre di prendere in mano le redini della sua vita, così come di mostrare emozioni (qualità, solo quest’ultima, ereditata dalla volitiva madre “comandante miliziano”), Erri si lascia, anche stavolta, vivere. E, allontanato dalla consorte e licenziato dall’azienda, torna nella casa dei genitori. Un momento: quali genitori? Sì, perché Erri (il nome un errore all’anagrafe) fa parte di una famiglia che più allargata non si può: due case, due padri, due madri, due fratelli e due sorelle – l’una più bizzarra dell’altra – due nipotini di cui uno in arrivo e molta confusione sui sentimenti. Se da un lato la capostipite Renata Ferrara, ex politico e poi giornalista tv, ha insegnato ai tre figli maschi ad avere le spalle larghe, nel senso di non mostrare mai in pubblico turbamenti interiori, nella storia familiare dei Gargiulo e dei Ferrara di rimescolamenti fisici e psichici ce ne sono in abbondanza, a beneficio dello psicoterapeuta dottor Iazeolla.

Sin da piccolo Erri è consapevole di essere poco avvenente, tuttavia le donne non gli mancano affatto; non sempre riesce ad amarle, e se le ama spesso lo tradiscono, ma ne è sempre circondato. Come è circondato, però, anche di amore familiare: quello di un padre un po’ chiuso ma pronto a venirgli incontro nei momenti cruciali della vita e di un ‘patrigno’ umanamente straordinario, il cui solo ‘difetto’ è di essere il padre di Arianna, sin da bambina croce e delizia di Erri. Oltre che dalla complicità dei suoi tanti fratelli, di cui ha il vantaggio di essere il primogenito ‘assoluto’ in ben due famiglie. Anche la madre ‘miliziana’, in fondo, non è poi così male e se non ricorda che Erri è allergico alla pesca, e rifugge gli abbracci, sa però offrirgli, nel suo secondo matrimonio, quella stabilità che lo consola un po’ di essere un “figlio a metà”.

Con tale invidiabile base sicura alle spalle, Erri riesce a cavarsela sempre, anche quando pensa di stare affondando. E può permettersi di (farsi) lasciare e prendere, (farsi) amare e sedurre, aprire persino una fumetteria adattando il suo sogno iniziale di disegnare lui stesso fumetti – cosa che riesce, invece, alla sorellastra spagnola bohémienne Flor. Erri vive e si lascia vivere, agisce e subisce, solo in apparenza irresoluto e passivo: usando al meglio le strategie che il suo ruolo di figlio nomade e complessato gli ha insegnato, in primis l’attesa, riesce a (ri)conquistare tutto ciò che gli serve per essere felice.

La tristezza ha il sonno leggero, Lorenzo Marone, Longanesi, 2017, pp. 374